Il sangue corre veloce sui desideri di una collettività assetata da un passo labile ma molteplice e corroborata da un emergente strato di trasformazione [dal carattere ampio e spiraliforme]. Strutture di resistenza inglobate da un'azione diretta e proiettata verso i mondi elastici in cui vogliamo o possiamo vivere. Rifiutando le asperità delle strutture amovibili. Riplasmando i margini e le coesioni acerbe delle costellazioni sonore fruibili attraverso gettiti rinnovanti di libertà su schermi avvolti da maturazioni arcuate e sostanziali nel loro essere apertamente vivibili. Come un'eco l'indomani si apre sul silenzio che non ha ridondanze, mentre l'oggi è infisso di robuste pertiche. [Verso una poetica dell'ascolto ammaliante nell'iperbole generativa]