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Come un'eco l'indomani si apre

Il sangue corre veloce sui desideri di una collettività assetata da un passo labile ma molteplice e corroborata da un'emergente strato di trasformazione  dal carattere ampio e spiraliforme.  Strutture di resistenza inglobate da un'azione diretta e proiettata verso i mondi elastici in cui vogliamo o possiamo vivere.  Rifiutando le asperità delle strutture amovibili.  Riplasmando i margini   e le coesioni acerbe delle costellazioni sonore fruibili  attraverso gettiti rinnovanti di libertà  su schermi avvolti da maturazioni arcuate e sostanziali  nel loro essere apertamente vivibili. Come un'eco l'indomani si apre sul silenzio che non ha ridondanze, mentre l'oggi è infisso di robuste pertiche. [verso una poetica dell'ascolto ammaliante  nell'iperbole generativa]
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Tra folgorazioni e immagini

 _________________ Attraversamenti urbani  in cui scorgere i tempi e i rispecchiamenti della viabilità umana: nella complessità ansimante dei flussi trans-generazionali addensati in accorpamenti o conglomerati traducibili in suoni iper-scattanti ma variamente mirabili. Esuberanze magnetiche addossate sulle possibili riformulazioni estetiche. Nuove scosse di desiderabilità, tra folgorazioni e immagini immersive o meditabonde. Un dirottamento per volgere acutamente lo sguardo e catturare il ritmo elastico della trasformabilità aitante.

Tieni in bocca la ghiaia

Tieni in bocca la ghiaia e molte domande. Come foglie di vite sparse. Su campi magnetici vorticosamente scendono fluidi di districazione. In un'imperatività incostante. [La nozione di vuoto vibra tra silenziose volute]. Pilotando il segno il corpo saprà flettersi e trovare ancoraggio sui simboli non esausti del divenire o nei margini scaltri di una balaustra. Capsula per una cesellatura tra le voci di emancipazione e di salubrità scrosciante: rapidi innesti. 

Una delucidazione sospesa

Varchi la soglia deglutendo il mondo in implosione. L’idratazione passa attraverso una delucidazione sospesa tra edifici a schermatura variabile con elementi inclinati rispetto all’orizzonte di 33° e 16°. La pelle esterna ha elevate prestazioni tecniche. È composta da facciate ventilate ad aggancio invisibile.

La luce. E' in una costellazione di luoghi

 La luce. È in una costellazione di luoghi. Nel movimento che guadagna ampiezza. Nella difesa di un diritto eclatante o in uno sguardo perturbatore, garbatamente immesso in una concatenazione di effetti. C'è un segno mirabile. Nella postura di un ricordo inabituale [o sospeso]. Nel vento stregante che corre sulla tangibilità di un'insenatura magicamente opacizzata dal pensiero fresco e invertito, nel sapore di una dinamica oscillatoria.   Deglutendo il mondo. La pressione avvinghia i nuovi stralci di iper-quotidianità incalzante. Il corpo è maturato nell'asciuttezza svettante del salto e nella traiettoria informe che dà sostanza a un flusso di liberazione ardua e scoscesa. Preparando lo sguardo al nutrimento. Correvano insieme i sogni in una trasmissione aperta [_ enucleata e tesa_] verso un assestamento della fermezza cutanea / esperienziale.  Si chinava il suono in uno specchio d'acqua.

E' dinamitardo il volto

 È dinamitardo il volto in uno strato di dubbiosa manifestazione del reale. Annichilimento tra avventure estetiche con termoregolazione ricercata in compartimenti labili [ma sensazionali]. Ingranaggio o spazio per un sibilo rifondante/ arcuato. Se sorvolato l’occhio presta splendore a quest’impronta nuda e girevole. Nel mutamento il suolo crepita [arguto] in una fascinazione che avida affonda