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Un levriero

Un levriero
e ricetrasmittenti
tra organigrammi di poteri
 o antagonismi 
[in leggi nodali].
Voci proteiformi 
profondamente libere
 disinnescano 
azioni leali
nella tensione trasformativa
e nell'ancoraggio
alle soggettività in maturazione
o in un dissolvimento andante.
Eudaimonia nascente
che produce stralci di incognite
           [valorizzanti]
     lungo gli istanti vividi di 
           ri-assorbimento.

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Trascrivendo il volto di caparbietà sommersa

 “L’acqua può isolare ma non sopraffare “ L’acqua asseconda il tempo flessuoso incidendo nella via della mediazione: come un tripudio  dentro un'accecante tattica predatoria. Si assesta lo scivolamento e lo scorrimento è vitale: la qualità della mescolanza nutre ogni avventore che si predisponga a un avanzamento algido e speranzoso. Sedimento + impulso: nuovo slancio pressorio. Senza suddivisioni o inarcamenti  l’acqua impregna  il corpo e lo spazio divisorio mentale generando zone di scomponimento  trascrivendo il volto di caparbietà sommersa  o progressiva.

Come un'eco l'indomani si apre

Il sangue corre veloce sui desideri di una collettività assetata da un passo labile ma molteplice e corroborata da un emergente strato di trasformazione  [dal carattere ampio e spiraliforme].  Strutture di resistenza inglobate da un'azione diretta e proiettata verso i mondi elastici in cui vogliamo o possiamo vivere.  Rifiutando le asperità delle strutture amovibili.  Riplasmando i margini   e le coesioni acerbe delle costellazioni sonore  fruibili attraverso gettiti rinnovanti di libertà  su schermi avvolti da maturazioni arcuate e sostanziali  nel loro essere apertamente vivibili. Come un'eco l'indomani si apre sul silenzio che non ha ridondanze, mentre l'oggi è infisso di robuste pertiche. [Verso una poetica dell'ascolto ammaliante  nell'iperbole generativa]