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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

Una delucidazione sospesa

Varchi la soglia deglutendo il mondo in implosione. L’idratazione passa attraverso una delucidazione sospesa tra edifici a schermatura variabile con elementi inclinati rispetto all’orizzonte di 33° e 16°. La pelle esterna ha elevate prestazioni tecniche. È composta da facciate ventilate ad aggancio invisibile.

La luce. E' in una costellazione di luoghi

 La luce. È in una costellazione di luoghi. Nel movimento che guadagna ampiezza. Nella difesa di un diritto eclatante o in uno sguardo perturbatore, garbatamente immesso in una concatenazione di effetti. C'è un segno mirabile. Nella postura di un ricordo inabituale [o sospeso]. Nel vento stregante che corre sulla tangibilità di un'insenatura magicamente opacizzata dal pensiero fresco e invertito, nel sapore di una dinamica oscillatoria.   Deglutendo il mondo. La pressione avvinghia i nuovi stralci di iper-quotidianità incalzante. Il corpo è maturato nell'asciuttezza svettante del salto e nella traiettoria informe che dà sostanza a un flusso di liberazione ardua e scoscesa. Preparando lo sguardo al nutrimento. Correvano insieme i sogni in una trasmissione aperta [_ enucleata e tesa_] verso un assestamento della fermezza cutanea / esperienziale.  Si chinava il suono in uno specchio d'acqua.

E' dinamitardo il volto

 È dinamitardo il volto in uno strato di dubbiosa manifestazione del reale. Annichilimento tra avventure estetiche con termoregolazione ricercata in compartimenti labili [ma sensazionali]. Ingranaggio o spazio per un sibilo rifondante/ arcuato. Se sorvolato l’occhio presta splendore a quest’impronta nuda e girevole. Nel mutamento il suolo crepita [arguto] in una fascinazione che avida affonda

Era a bordo piscina il tempo

 Era a bordo piscina il tempo [del dissolvimento] esacerbato da ondate anemiche attutite da nuovi margini consequenziali. Una rassicurazione preme sull’epidermide, validata nell’appoggio lieve di una giacca in crêpe. Ti conoscevo. C’è una sorveglianza nel dirottamento pressante e una parvenza di vastità.  Vastità assottigliata dentro l’esile andamento libero  [non securitario] di un attraversamento urbano. Portiamo risposte. Non concatenate:  un valore di movimento astratto. Un movimento astratto/ non plateale.  Era a bordo piscina il vento [dell’inconoscibilità].  Spoliazione prima (sottrazione morbida- sistematica senza dimenticanza)  Era a bordo piscina il tempo [del dissolvimento] esacerbato da ondate anemiche attutite da nuovi margini consequenziali. Una rassicurazione preme sull’epidermide, validata nell’appoggio lieve di una giacca in crêpe. C’è una sorveglianza nel dirottamento pressante e una parvenza di vastità.  Era a bordo piscina il v...

Nel buio. Ancoraggio solido tra i viali atavici

Nel buio. Ancoraggio solido tra i viali atavici. Negli spazi entusiasmanti dove una contestualizzazione ha prodotto un ribaltamento scattante e inusuale. Metrica_nelle reticenze_ verso la sofficità dei tempi o del sapere corporeo. Fluttuavano infiltrazioni: Un viadotto. Un giardino pensile. Una struttura brutalista. Inurbamenti. La materialità dei testi preme e subisce l’onda delle ripartizioni inattese. Sulle ginocchia del giorno incredulo c’è un’avvenenza spuria [e un consolidamento]. Superfici cutanee. °  

C'erano tende nel tuo spazio pluviale

 C’erano tende [nel tuo spazio pluviale]. Sul corpo nitido, validato dal moto inerme delle deliberazioni eccentriche ricche di sfumature. La variabilità dei codici sovrastanti ha segmentato lo spazio dorsale. Il volto scettico è trainato da esuberanza lucida e compressiva. C’erano tende [nel tuo spazio pluviale] come in lotti edificabili ma esacerbati dai dissodamenti delle parole labili lasciate agire in congiunzione con saturazioni rapide non mitigate.  Nel decrittaggio rientra il passo dello statuto sociale. La complicità delle immagini è esplicita. C’erano tende. [Nel tuo spazio pluviale]

Induzione in un batter di ciglia

 Induzione.  In un batter di ciglia. Con distribuzione di aria sugli occhi. Una forza unificante cola verso un rifacimento del manto stradale umano. Rarefazione dei quattro elementi e vaporoso slancio di immaginazione intriso di coinvolgimenti. Accondiscendenza sociale e [formidabile] pluralità di voci. La rotta è esente da ingorghi e i collaudi sono aperti e trans-generazionali. Un unguento produce un’esperienza materica salda e ricurva_ (in)formalizzata). Condizione transitoria con accensione sul materiale osseo/ redistribuzione di aria sugli occhi. Sintonizzazione e canti non delucidativi [rapido sfioramento] mentre gocciola il vento di un nuovo frasario

Tuffo drastico e disgiuntivo

 Tuffo drastico e disgiuntivo Omaggio a Jean-Luc Godard con particolare riferimento a Questa è la mia vita (Vivre sa vie / tableau I°) Tuffo drastico e disgiuntivo. Un profilo di donna e un bistrot. Ricongiungimento assente sulla compattezza dei miti. Gli interrogativi esistenziali nascono sulle strade come fagocitazioni pressanti in un roteante angolo (tutelare). Capacità implosiva con detersione o deterioramento (s)leale della relazione umana. Un uomo di spalle [è preludio a un volto] – Credevo fosse importante vedersi- Un volto è un volto. Non c’è mano o vento che insegni. Fremiti nel lasciarsi e nel dare forma a uno scollamento. Il tempo è artico sulla sagoma (e nel declivio) di un’automobile storica. Su una moneta scoscesa. Nuovi tremori verso capsule di libertà incombenti. Responsabilità dell’esser vivi e liquidità nell’evasione (contro-illusione externa). Nel linguaggio si frantuma il grumo latente. Il linguaggio è un albero [dall’aroma invitante].

Aciugatura dell'inverosimile

 Asciugatura dell'inverosimile Il potere magico dello sguardo srotola la carreggiata e in una videosorveglianza del ventre l’arbitrarietà muta corre a velocità moderata. L’assopimento è nel legno o nell’asciugatura dell’inverosimile traghettato sul cerchio del refrigerio: disequazione apertamente offerta al dislivello del giorno poroso tra sospensione e consacrazione dei materiali attinti dal reale. Sfondi documentali dove inavvertitamente il corpo ha lasciato in dono un gettito floreale, traccia poco ambigua della volubilità notturna assetata, flebile, incantatoria. °

Anamnesi nel corpo della rete tranviaria

 Anamnesi. Nel corpo della rete tranviaria. Nel segno di una diluizione smilza ma vivacizzante. Braccia [o sonde] irrelate proiettate verso tattiche di degustazione da conglobare. Suscitando inermi sillabazioni esterne alla mappatura dei sedimenti incauti. Tra le orme lucide risucchianti musiche infra-muscolari con esempi di cancellazioni inattuabili. Infrazioni e scelte relazionali soggiacenti il suolo: strati opachi e disagregganti dove il cuore è appeso, prontamente afferrato o sfamato da scatti agili manuali, coreografati in parte da un flusso metrico che sfugge all’arma della scarnificazione. O dell’impervia incompletezza [fremente]. Nella memoria olfattiva si deposita l’onda di un nuovo traguardo. È partecipe il vento. °